Porto Empedocle, in siciliano “A Marina”, antico borgo marinaro di Agrigento, oggi conosciuto come luogo di ispirazione per i racconti dello scrittore Andrea Camilleri, racchiude in se un mix di cultura e tradizione.

Per visitare Porto Empedocle è bene partire proprio dal porto, dove tutto cominciò. In origine esso era uno dei più importanti della costa sud occidentale della Sicilia da dove partivano carichi di zolfo e salgemma. Inoltre era ed è tutt’ora collegato alle isole di Linosa e Lampedusa.

Nel 1554, per difendere la città dalle incursioni barbariche venne costruita la “Torre Carlo V”, una struttura massiccia sovrastata dal terrazzo del cannoniere. Utilizzata per un lungo periodo come carcere nel 1848 fu teatro di un evento che segnerà la città: all’alba del 26 gennaio 114 detenuti vennero raggruppati in una fossa comune dove vennero uccisi lentamente gettandovi all’interno tre petardi. Successivamente i corpi vennero coperti con della calce e alcuni di essi vennero gettati sulla spiaggia del Caos. Una pagina nera che raccontata nel romanzo “La strage dimenticata” di Camilleri.

Oggi la torre, in parte ristrutturata, conserva resti di cannoni e viene saltuariamente adibita a mostre e rappresentazioni letterarie.

Aperta tutti i giorni e chiusa solo la domenica pomeriggio. L’ingresso è gratuito.

Percorrendo la Via Roma si arriva alla Chiesa Madre, maestosa esternamente e ricca di affreschi, statue e opere d’arte internamente. La chiesa ha negli anni mantenuto la sua integrità e attualmente sono in corso i lavori di restauro conservativo.

Proseguendo si raggiunge la Via Salita Chiesa, dove è possibile ammirare la scalinata colorata con tutte le opere di Andrea Camilleri, che porta all’auditorium San Gerlando precedentemente prima chiesa della città.

Sempre sulla via principale del paese è possibile notare la statua a grandezza d’uomo di Salvo Montalbano, il commissario più famoso al mondo.

Vicino la seconda entrata del porto si può trovare la cappella di San Calogero. Nonostante il patrono della città sia San Gerlando, importante per i cittadini è San Calogero, il santo nero che viene festeggiato in molte parti dell’agrigentino. La storia narra che l’eremita, probabilmente proveniente dal continente africano, girava per la Sicilia in cerca di cibo da dare ai poveri ammalati di peste e gli abitanti, per paura del contagio, tiravano il pane dai balconi e dalle finestre delle abitazioni.

Oggi durante il periodo festivo non solo si ripete la stessa scena ma molti fedeli seguono la cosiddetta “promessa”, ovvero andare dietro il santo, correndo o camminando, a piedi scalzi o indossando solo calzini, per tutto il giorno. La festa comincia con l’uscita del santo dalla cappella, accompagnato dalla banda e dai “tammurinara”, dura circa tre giorni in cui San Calogero corre per tutte le vie del paese e si conclude l’ultimo giorno con la processione.

Una particolarità lega San Calogero allo scrittore empedoclino: Camilleri nacque in uno dei giorni in cui lo si festeggia e anche per questo ne detiene il secondo nome e inoltre, nonostante lo scrittore fosse ateo, ha sempre nutrito una certa simpatia nei confronti del santo nero tanto da dedicargli uno spazio nel suo primo romanzo.

Non lontano dalla cappella di San Calogero è possibile arrivare alla stazione ferroviaria di Porto Empedocle, ormai non più in funzione se non per brevi giri turistici in determinati periodi dell’anno come per la Sagra del Mandorlo in Fiore.

In origine fu importante per il trasferimento di zolfo in vari paesi della provincia. Nel 1923 divenne capolinea di due direttrici ferroviarie quali Porto Empedocle Succursale e Porto Empedocle Cannelle. Nel 1951 si aggiunse un’altra rotaia che la collegò ad Agrigento Bassa per facilitare l’arrivo ad Agrigento Centrale. Nei primi anni settanta però, con l’inaugurazione della strada statale 115 e con la successiva creazione della rete ferroviaria Palermo-Agrigento, la stazione di Porto Empedocle perse prestigio, fino a diventare semplice area per accantonamenti di carri da demolire. Viene messa in azione, appunto, solo pochi periodi dell’anno.

Spostandosi verso il mare, Porto Empedocle offre una spiaggia abbastanza lunga, arricchita da molti stabilimenti partendo dal Lido Marinella, di ispirazione a Camilleri per l’abitazione di Montalbano, continuando con il Lido Azzurro, dove è possibile fare una passeggiata sul lungomare Nettuno, per poi arrivare nella zona denominata “punta grande” dove si trova la Scala dei Turchi.

Per chi si ferma a mangiare nella città marinara di Camilleri vi sono vari ristoranti e trattorie dove poter assaggiare i piatti tipici della zona. Vicino ai siti da visitare vi sono ristoranti a base di pesce come “La Grotta di Vigata”, “Buon Gusto” e “Mariterra”. Se si vuole assaggiare qualcosa di tradizionale è consigliata la storica pizzetteria “Forte”. Ovviamente non possono mancare la brioche con la granita e il gelato al pistacchio da “Fantasia del gelato” o “Elisir” e infine, per chi vuole concludere in modo significativo il viaggio sulle orme di Camilleri, è consigliata la trattoria “Al Timone”, luogo rustico preferito dallo scrittore.