Nasce il 4 agosto del 2005 nei locali dell’edificio di San Giovanni Bosco. Il Museo raccoglie materiale riguardante i cittadini di Acquaviva coinvolti nelle grandi migrazioni italiane dei primi del ‘900.

Una delle principali cause che scatenò il flusso migratorio da Acquaviva fu la chiusura della miniera di sale ‘Spina’, che dava lavoro a 600 persone.

Il museo è suddiviso in tre sale: la prima, chiamata ”Le Miniere”, presenta diversi pannelli fotografici i cui soggetti sono proprio i minatori, le pietre di salgemma e di zolfo, i perforatori, ecc.

L’immagine più toccante è quella dei ‘’carusi’’ che testimonia il lavoro dei bambini nei sottosuoli, con in mano la misera luce diffusa dalle ”citalene”. ovvero lumi a petrolio.

La seconda sala, chiamata ”La Partenza” è dedicata al viaggio, ed espone bauli e indumenti d’epoca, foto di bastimenti in partenza, ingrandimenti di articoli di giornale e testimonianze di famiglie emigrate.

L’ultima sala contiene lettere, passaporti, foto e oggetti che riguardano le comunità degli acquavivesi in America, Belgio, Francia, Gran Bretagna.

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