Santa Elisabetta si estende fra i fiumi Platani e Salso.

Immerso in una zona ricca d’acqua, il suo territorio è stato sempre popolato, come testimoniano le ceramiche protostoriche e proto-greche.

Sono presenti le necropoli di Keli di età tardo romano-bizantina.

Il sito mostra tombe ad arcosolio adattate probabilmente dai primi cristiani su una precedente necropoli protostorica di cui sono visibili tombe “a forno”.

Negli anni ottanta è stato rinvenuto il coperchio in pietra a timpano con due spioventi appartenente a un sarcofago ricavato da un unico blocco di gesso. Oggi il coperchio tombale è conservato ed esposto nella Biblioteca Comunale.

Si hanno anche testimonianze bizantine, infatti ha una notevole importanza la Fortezza araba Guastanella, costruita proprio dai bizantini in difesa dagli attacchi saraceni, su una precedente costruzione punica sul monte Guastanella, che si eleva a circa 250 metri sopra le valli circostanti e a 609 metri sopra il mare.

Dal 535 il paese è sotto la dominazione bizantina, nell’827 diviene dominio arabo sino all’XI secolo quando se ne impossessano i normanni con Re Ruggero.

Dal 1305 il territorio diviene proprietà del signore Bartolomeo Montaperto ma viene trasformato in centro abitato dal 1620 per volontà del signore Nicola Montaperto.

Nel XVII secolo è possedimento della famiglia Bonanno ed in seguito dei nobili Lanza. Fino al 1955 è sotto la giurisdizione del comune di Aragona.

Il Castello Chiaramonte è una fortezza costruita nel IV sec probabilmente in due fasi. La prima appartiene all’età dionigiana per via del ritrovamento di una litra siracusana e la seconda risale all’età agatoclea. Presenta varie cinte murarie in pietra calcarea e tufacea coperte da intonaco bianco e disposte a quote diverse.

D’epoca medievale, è Piazza San Carlo che ha determinato l’assetto urbanistico dell’abitato. In origine era una collinetta fangosa dove venne eretta una chiesa in cui sono state ritrovate delle ossa umane risalenti a quell’epoca.

Nel 1681 è stato costruito il Palazzo del Principe sulla cui facciata principale era posto lo stemma del casato Monreale, rimosso nel 1977 per via degli interventi di rifacimento.

Nel 1807 l’erede della famiglia nobiliare, Girolamo Principe di Belvedere, ne diviene il proprietario.

Fino al 1935 il palazzo fu sede della caserma dei Reali Carabinieri e nel 1940 l’edificio del Fascio del Combattimento.

Da visitare:

Chiesa Madre

Chiesa di Sant’Antonio

Palazzo Casà (solo esterno)

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